
A dirlo è l'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità; un tema molto attuale considerando i trend di invecchiamento della popolazione mondiale, ovvero l'aumento dell'età media e dell'aspettativa di vita: gli ultimi dati ISTAT prevedono che entro il 2065 la vita media dovrebbe crescere fino a 86,1 anni per gli uomini e fino a 90,2 anni per le donne.
Sempre da dati ISTAT recenti, ad aumentare è anche l'indice di vecchiaia che nel 2022 risulta 187.6 contro i 148.4 del precedente decennio: con questo si intende che ogni 100 bambini ci sono più di 187 anziani. Un dato che, da un lato, conferma il miglioramento della salute dei cittadini e, dall’altro, pone problemi nuovi dal punto di vista sanitario e socio-economico. Esigenze che vanno affrontate pensando all’anziano non solo come un costo, ma come una risorsa.
L'indice di vecchiaia è un indicatore sintetico, ma molto dinamico, del grado di invecchiamento di una popolazione. Si ottiene rapportando l'ammontare della popolazione anziana (65 anni e oltre) a quella giovanile (da 0 a 14 anni), per 100. L'indice ci dice quanti anziani si contano per ogni 100 giovanissimi.
L’invecchiamento è un processo fisiologico, graduale e continuo, al quale nessun essere vivente può sottrarsi. Con il passare degli anni si va incontro ad un declino graduale che porta ad un rischio maggiore di sviluppare delle patologie, soprattutto durante la terza età.
Le malattie degli anziani possono colpire diversi organi e sistemi del corpo umano e comprometterne le autonomie della vita quotidiana. Per questo è bene conoscere il processo di invecchiamento e i suoi rischi, per poterli prevenire e rispondere in parte alla "grande sfida"
Nei prossimi articoli cercheremo di illustrare le caratteristiche delle patologie più comuni dell'anziano, così come dei rischi maggiori a cui vanno incontro e come prevenirli.
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